Due rivoluzioni epocali stanno interessando gli stipendi degli Italiani: la prima riguarda la riforma degli scaglioni Irpef e delle detrazioni d’imposta; la seconda riguarderà, da Marzo, l’introduzione dell’Assegno Unico Universale. Così le buste paga dell’anno 2022 riserveranno diverse sorprese, non sempre piacevoli, per i lavoratori subordinati.

IRPEF 2022, come cambiano aliquote e scaglioni di reddito

Con la Finanziaria 2022 il legislatore interviene mediante una prima serie di misure, in vigore dal 1° gennaio, che hanno, di fatto, ridotto il numero degli scaglioni di reddito Irpef da cinque a quattro, mantenendo inalterati i soli livelli dell’aliquota minima, al 23%, e della massima, al 43%.

  • Il primo scaglione Irpef rimane infatti immutato: fino a 15 mila euro d’imponibile annuo, l’aliquota resta fissa al 23%.
  • Dai 15mila euro fino ai 28mila, si passa da un’aliquota marginale del 27% al 25%, guadagnando due punti percentuali a favore del contribuente.
  • Cresce il vantaggio anche oltre i 28mila e sino a 50mila euro, poiché l’aliquota marginale passa dal 38% al 35%, con un vantaggio per il contribuente di ben tre punti percentuali.
  • Oltre i 50 mila euro e fino ai 55 mila, la precedente aliquota marginale era fissata al 38% mentre ora sale al 43%.

I nuovi scaglioni di reddito Irpef tenderanno, dunque,  ad avvantaggiare i redditi compresi tra i 28 mila e i 55 mila euro e, in misura minore, favoriranno coloro che percepiscono redditi tra i 15 mila e i 28 mila. Ad essere penalizzati saranno, invece, i contribuenti tra i 50 mila e i 55 mila euro. Meno significativamente, le nuove misure, aggraveranno i contribuenti tra i 55 mila euro e i 75 mila euro. Tutto resterà uguale agli estremi: sotto i 15mila euro e sopra i 75 mila euro.

Vale la pena ricordare che la popolazione dei contribuenti non è equamente ripartita in ogni scaglione. Lo scaglione con una popolazione maggiore è sicuramente quello dei percipienti tra i 28 mila e i 55 mila euro. In questo senso, forse la riforma tende a premiare la cosiddetta classe media, da anni in evidente difficoltà, riducendo su di essa il cuneo fiscale.

Detrazioni da lavoro dipendente, chi saranno i soggetti beneficiari

Non finiscono qui le novità poiché, se le nuove aliquote Irpef 2022 determinano l’imposta lorda, a modificare l’esborso in imposte dei contribuenti vi sono anche le detrazioni sul lavoro dipendente, ovvero i valori che portano, dall’imposta calcolata, una riduzione all’imposta da versare.

I calcoli relativi alle detrazioni da lavoro dipendente non sono altro che formule meramente matematiche. Sono previste detrazioni d’imposta solo fino ai 50 mila euro di reddito, mentre, a seguito delle novità introdotte dalla legge di bilancio 2022, oltre i 50 mila euro non sono più previste.

Trattamento integrativo in Busta Paga dei redditi da lavoro dipendente

Riformato anche il retaggio del Bonus Renzi diventato ormai da qualche anno “Trattamento Integrativo” e “Ulteriore detrazione”.

Il Trattamento integrativo spetterà in misura intera, ovvero 1.200 euro all’anno, per i redditi fino a 15 mila euro, non più sino a 28 mila. Tuttavia, viene fatta salva la sua attribuzione per i contribuenti che non superano i 28 mila euro, ma in caso di specifiche condizioni legate alla presenza di alcune detrazioni.

Purtroppo, molte di queste detrazioni non sono conoscibili dal datore di lavoro, ad esempio: le detrazioni per i familiari a carico, che verranno riviste in parte con l’Assegno Unico Universale, ma soprattutto le detrazioni per gli interessi passivi sui mutui per la prima casa o per le spese sanitarie o, ancora, per le rate non fruite relative alle detrazioni per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici.

In questi casi spetterà solo la differenza tra l’imposta lorda e le detrazioni sopra richiamate, qualora queste fossero maggiori dell’imposta stessa, in modo tale da rimborsare l’incapienza, comunque sempre nel limite massimo di 1200 euro. Totalmente abolita l’ulteriore detrazione che spettava, fino all’anno 2021, ai titolari di un reddito complessivo entro la fascia 28 mila – 40 mila euro.

Secondo le stime del Ministero delle Finanze la nuova riforma sarà vantaggiosa per 27.840 contribuenti, indifferente per 14.500, mentre del tutto svantaggiosa per 372 mila contribuenti.

 Assegno unico e universale 2022 per i figli

Dal 1° Marzo, infine, sia gli assegni per il nucleo familiare che le detrazioni fiscali per i figli a carico, confluiranno nell’Assegno unico universale. La nuova misura, valida solamente per i nuclei familiari con figli fino ai 21 anni di età, uscirà dall’alveo della busta paga per arrivare direttamente nei conti correnti degli aventi diritto mescolando ancora le carte in tavola che determinano la casellina in fondo a destra della busta paga.