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26 ottobre 2020 Caffè #1: Nuovi spazi di lavoro e come costruirli
I caffè di Eleva

Caffè #1: Nuovi spazi di lavoro e come costruirli

I nostri caffè sono conversazioni brevi e informali. Quindici minuti, un paio di volte al mese, per esplorare nuovi e diversi punti di vista, guardare cosa c’è “fuori” e farci ispirare. Le dirette sono alle 11 di mattina su LinkedIn: puoi seguire la nostra pagina per tutti i nuovi appuntamenti.

Durante il primo caffè abbiamo incontrato Adriano Solidoro, docente di Organizzazione Aziendale all’Università Milano Bicocca e Redattore capo del Journal of Industrial & Commercial Training di Emerald Publishing.

Con lui abbiamo parlato di come “il cambiamento sia uno sport di contatto”: l’innovazione ha bisogno di socialità, che va recuperata con modalità inclusive e partecipative, anche nella costruzione dei nuovi Workplace fisici e digitali.

Qui sotto riportiamo un breve riassunto della conversazione. Se preferisci, puoi preparare un caffè e passare alcuni minuti con noi, riguardando il video.

 

IL WORKPLACE PRE-COVID

Già prima della pandemia, molte aziende stavano investendo risorse ed energie in una riorganizzazione degli spazi di lavoro. Questione di maggior ingaggio delle persone (con spazi di lavoro “da vivere”), tanto quanto di branding (con l’apertura ad esempio di sedi di rappresentanza, e di grande valore architettonico, nel centro delle città).

Le tendenze erano due:

  • Ridurre gli spazi di lavoro, per la sempre maggior diffusione dello Smart Working, e aumento degli spazi di socializzazione (una maggiore metratura dedicata a mensa, caffetteria, sale riunioni, palestre e spazi multifunzionali);
  • favorire lo scambio di informazioni e il lavoro in team, eliminando scrivanie fisse e creando postazioni condivise.

Insomma: il nuovo workplace inteso non solo come luogo di lavoro ma anche di socializzazione.

“Il cambiamento è uno sport di contatto”: per generare innovazione le persone si devono incontrare, avere la possibilità di parlarsi, scambiarsi informazioni e socializzare di persona in modo libero e informale.

 

COME CAMBIANO WORKPLACE E SOCIALIZZAZIONE DOPO IL COVID

Con le regole di distanziamento e la sempre maggior diffusione dello Smart Working, questo spazio di socializzazione viene meno, e deve essere recuperata da un punto di vista tecnologico e culturale.

Diventa ancora più importante il Digital Workplace, l’ecosistema fatto delle piattaforme di comunicazione e condivisione che si usano in azienda. Lo sforzo da fare in futuro è la sempre maggiore necessità di pensare alla Employee Experience, e non creare ambienti caotici con la moltiplicazione delle piattaforme.

Dal punto di vista culturale il ritardo è più evidente. Per lavorare insieme c’è bisogno di metodi più efficaci rispetto a email o videoconferenze, mezzi che generano incomprensioni e comunicazioni farraginose; né bastano riunioni periodiche, una migliore organizzazione, agende, report…

Quello che manca è soprattutto il contesto della comunicazione, fatto di fisicità e di conversazioni informali (le nostre amate pause caffè!): quella ricchezza di informazioni in cui passa tanto della cultura aziendale.

Dobbiamo recuperare con un surplus di comunicazione, con telefonate informali non previste, piccoli momenti di celebrazione per obiettivi raggiunti...

 

QUALI POSSIBILI SOLUZIONI? COME SI STANNO MUOVENDO LE AZIENDE?

Dal punto di vista di Adriano Solidoro le aziende si stanno muovendo essenzialmente in tre modi:

  • una prima tendenza è aumentare il controllo tecnologico, con nuove app e modifiche delle regole di reperibilità delle persone;
  • molte aziende aumentano invece l’offerta welfare, con servizi come formazione e counseling;
  • infine, si cerca di coinvolgere le persone in processi decisionali partecipati, come il Design Thinking: un ridisegno dei luoghi fisici e degli spazi digitali di lavoro, che parte direttamente dai bisogni delle persone, che tornano a sentirsi parte dell’azienda.

Se la logica del controllo sta mostrando tutti i suoi limiti, le aziende devono investire soprattutto negli spazi (fisici o virtuali) di socializzazione e condivisione.

Con il ridursi degli spazi fisici, e l’allontanarsi delle persone dalla sede dell’azienda, è ancora più necessario costruire momenti di reale partecipazione e coinvolgimento: solo in questo modo si può costruire un nuovo patto tra lavoratore e azienda, e un nuovo modo di lavorare davvero costruito sulle persone.

 

Puoi riguardare tutta la conversazione qui:  

 

Se vuoi dirci cosa ne pensi, o suggerirci nuove conversazioni: pausa.caffe@zetaservice.com