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25 febbraio 2021 Caffè #9 | Intelligenza culturale: un modello per l'inclusione
I caffè di Eleva

Caffè #9 | Intelligenza culturale: un modello per l'inclusione

I nostri caffè sono conversazioni brevi e informali. Quindici minuti, un paio di volte al mese, per esplorare nuovi e diversi punti di vista, guardare cosa c’è “fuori” e farci ispirare. Le dirette sono alle 11 di mattina su LinkedIn: puoi seguire la nostra pagina per tutti i nuovi appuntamenti.

 

Abbiamo preso un caffè con con Luisa La Via, Leadership & Multicultural Coach.

Con lei abbiamo parlato di come il modello dell’Intelligenza Culturale possa essere un supporto nel gestire in modo efficace la relazione con le diversità.

Qui sotto riportiamo un breve riassunto della conversazione. Se preferisci, puoi preparare un caffè e passare alcuni minuti con noi, riguardando il video

 

DIVERSITÀ, IDENTITÀ, CULTURA

Siamo fatti di cultura: il contesto sociale in cui siamo cresciuti, l’educazione ricevuta, la nostra provenienza geografica, il nostro genere sono solo alcuni degli elementi che definiscono la nostra identità culturale. La cultura influenza ogni giorno i nostri atteggiamenti, i nostri pensieri e le nostre azioni, e ha un ruolo fondamentale nella definizione di chi siamo e chi non siamo.

La cultura plasma la nostra identità e di conseguenza dà vita a molte delle diversità che ci contraddistinguono: diversità che ci rendono unici e che – se riconosciute e valorizzate – possono rappresentare una fonte di ricchezza all’interno di qualsiasi contesto, compreso quello organizzativo.

Alcune sono visibili a primo impatto, altre sono nascoste. Per questo può essere difficile comunicare e relazionarsi con persone, gruppi, organizzazioni di cui ignoriamo le caratteristiche. 

L’intelligenza culturale ha a che fare proprio con questa competenza: è la capacità di relazionarsi e operare in modo efficace in ambienti caratterizzati dalla diversità in senso lato.

 


LE SFIDE DELL’INTELLIGENZA CULTURALE

Nelle organizzazioni è ormai consolidata la certezza di quanto la valorizzazione delle diversità rappresenti un’occasione di crescita, di arricchimento umano e professionale, di vantaggio competitivo. Basta però il solo riconoscimento? La vera sfida oggi è quella di gestire nella pratica questa ricchezza.

Il lavoro a distanza pone inoltre un’ulteriore sfida. Si sono accorciate le distanze, abbattendo ogni barriera geografica: ora è molto più immediato lavorare con persone anche fisicamente molto lontane da noi. Nonostante le distanze si siano accorciate, la mediazione tecnologica non sempre facilita la relazione e può rendere ancora più difficile farci capire chi abbiamo di fronte.  

 


ALLENARE L’INTELLIGENZA CULTURALE

Ecco la buona notizia: l’intelligenza culturale è una competenza, e come ogni competenza può essere acquisita e sviluppata nel tempo.

Per sviluppare consapevolezza rispetto al proprio livello di intelligenza culturale e per migliorarlo, esiste un test specifico scientificamente validato e un modello teorico riassumibile in quattro competenze.

  • DRIVE: Quanto siamo motivati a conoscere l’altro? 
  • KNOWLEDGE: quanto conosciamo l’altra cultura? Quanto siamo interessati a capire cosa ci accumuna e cosa ci differenzia a livello culturale?
  • STRATEGY: Sappiamo pianificare una strategia concreta da mettere in atto per approcciarci alla relazione con l’altro?
  • ACTION: Quanto ci sentiamo a nostro agio nel mettere in pratica quella strategia attraverso comportamenti specifici?

Il modello dell’intelligenza culturale è uno strumento a nostro favore per facilitare l’approccio con tutti i tipi di diversità. In particolare ci aiuta a riconoscere tutti quegli stereotipi e quegli unconscius bias che spesso ostacolano l’interazione con l’altro. Gli unsconscius bias sono scorciatoie di pensiero che ci portano a esprimere giudizi basati su percezioni errate o pregiudizi. Sono meccanismi cognitivi impossibili da eliminare: è possibile però riconoscerli e decidere di non utilizzarli. 

 

I CONSIGLI PER GLI HR

Gli ambiti in cui l’Intelligenza culturale può fare la differenza all’interno delle organizzazioni sono molteplici: dalla selezione, alla formazione dei team nei lavori a progetto, fino al Talent management e al Performance management.

Ecco le tips di Luisa per iniziare a lavorare sull’intelligenza culturale nelle organizzazioni.

  • Non dare per scontato nulla e non pensare di sapere a priori come le persone si definiscono e come stanno.
  • Conoscere la propria organizzazione e lavorare sulla consapevolezza: chi siamo? Quali sono le diversità che ci caratterizzano? Quali invece non sono presenti e ci renderebbero più ricchi? Siamo attrezzati per riconoscerle e valorizzarle?

 

Se vuoi raccontarci la tua esperienza, approfondire i temi dell’intervista o suggerirci nuove conversazioni, scrivici a pausa.caffe@zetaservice.com

Puoi riguardare tutta la conversazione con Luisa La Via qui sotto. Buon caffè!