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29 novembre 2021 Caffè #22| L’era della trasparenza: attrattività e retention
I caffè di Eleva

Caffè #22| L’era della trasparenza: attrattività e retention

I nostri caffè sono conversazioni brevi e informali. Quindici minuti, un paio di volte al mese, per esplorare nuovi e diversi punti di vista, guardare cosa c’è “fuori” e farci ispirare. Le dirette sono alle 11 di mattina su LinkedIn: puoi seguire la nostra pagina per tutti i nuovi appuntamenti.

Abbiamo preso un caffè con Marcella Loporchio. Con lei abbiamo parlato di come oggi la trasparenza sia un elemento centrale per attirare nuovi talenti e trattenere le persone in azienda.

Qui sotto riportiamo un breve riassunto della conversazione. Se preferisci, puoi preparare un caffè e passare alcuni minuti con noi, riguardando il video.

LE RISORSE UMANE E LA COMUNICAZIONE: FUORI DALLA COMFORT ZONE

La capacità di un’azienda di raccontarsi non riguarda più solo l’ufficio Comunicazione e Marketing, ma coinvolge necessariamente anche l’HR.

Se la pandemia ha rappresentato una grandissima accelerazione rispetto a produzione, mercati e processi, anche la comunicazione non può essere da meno e deve “aggiustare il tiro” rispetto al nuovo contesto. Uscire dalla comfort zone in questo senso significa non dare nulla per scontato e rimettere in gioco i valori aziendali nel racconto della nuova complessità.

Se molte aziende soffrono una scarsa attrattività, o un problema di retention, è (anche) perché le persone cercano, molto più di prima, non solo “un” posto di lavoro ma un’attività in grado di garantire allineamento con i propri valori.

Per questo le Risorse Umane devono sempre di più “metterci la faccia”, esporsi e, se serve, nell’ammettere anche i propri errori: il mondo del web premia chi dice la verità, anche e soprattutto quando sbaglia.

TRASPARENZA, VERITÀ… MA CON QUALI LIMITI?

Nella comunicazione aziendale si tende a dare sempre un’immagine positiva rispetto all’esperienza di lavoro… e a nascondere i problemi.

Essere trasparenti non significa mettere tutto in piazza: alcuni processi possono continuare ad essere risolti in modo più discreto. Tuttavia è importante iniziare a mostrarsi rivelando anche le proprie debolezze.

Un punto centrale è tenere conto di chi racconta: non esiste più solo la comunicazione centralizzata, gestita insieme a un’agenzia di comunicazione. Sono invece tutte le persone a comunicare la propria esperienza, e a costruire dal basso un’immagine dei valori all’opera in azienda. E ciò che le persone dicono, in positivo o in negativo, ha sempre un impatto.

Il ruolo dell’HR è quello di investire sulle persone perché siano loro a riportare all’esterno un’immagine positiva rispetto alla propria esperienza in azienda.

Questo nuovo ruolo pone le aziende di fronte a due sfide:

  1. Avviare un’analisi interna per mettere a confronto cosa comunica di sé all’esterno e quanto questa immagine sia coerente rispetto a quello che le persone sentono e raccontano.
  2. Sapersi mettere davvero in discussione. Oggi un datore di lavoro non può accontentarsi di pensare che le persone siano soddisfatte solo di avere un posto di lavoro ma devono imparare a migliorare l’esperienza venendo incontro alle esigenze di tutti.

CI SONO ESEMPI POSITIVI? QUALI INSEGNAMENTI POSSIAMO TRARNE?

Ci sono diversi casi di aziende che hanno gestito in modo ottimale la nuova situazione.

Due case history positive sono Giorgio Armani e MSC Crociere. Entrambe le aziende sono state fortemente impattate dalla pandemia ed entrambe si sono impegnate da subito a non tagliare posti di lavoro. Inoltre:

  • Armani ha cambiato approccio rifocalizzando la propria offerta in ottica di maggiore cura verso collaboratori e clienti e ha rivoluzionato l’approccio pensando da subito a eventi e sfilate online.
  • MSC Crociere ha lavorato sulla creazione di una community su Instagram con la campagna MSC Dreams, in cui ha coinvolto dipendenti e clienti in modo molto emozionale. Ha fatto seguito garantendo importanti investimenti su nuove navi nei prossimi anni.

Riassumendo, un approccio ideale prevede:

  1. Avere grande consapevolezza di come l’azienda viene percepita all’interno, dalle proprie persone.
  2. Ascoltare i feedback di tutti i collaboratori e saperne interpretare i bisogni.
  3. Saper interpretare il presente e dare risposte adatte al nuovo contesto.
  4. Dare una visione del futuro e avere il coraggio di investire.

COME LAVORARE SULL’ATTRACTION OGGI – E PERCHÉ È INDISPENSABILE FARLO BENE

Lavorare sull’Attraction oggi significa tenere conto che le persone hanno possibilità di scelta, e aspettative non sempre scontate su ciò che chiedono a un posto di lavoro.

Le nuove generazioni sono molto orientate verso le modalità di lavoro non strettamente legate all’ufficio: poter lavorare da remoto, contando sulla fiducia dei manager per essere liberi di gestire tempi e spazi di lavoro in vista di obiettivi chiari; la gestione dei tempi in azienda può sembrare un aspetto molto operativo ma è centrale nel racconto dell’esperienza di lavoro: le persone vogliono poter gestire le proprie risorse senza essere costantemente “sequestrate” in interminabili e frequentissime riunioni.

In questo le aziende che vorrebbero tornare al 100% di lavoro in sede rischiano di perdere una grandissima opportunità. I lavoratori hanno maggiore consapevolezza di sé stessi e di ciò che li fa stare bene, la qualità della gestione del lavoro vale oggi più di un aumento di retribuzione.

In futuro le aziende che non saranno in grado di capire l’importanza di un lavoro basato sulla fiducia e raccontato con trasparenza faranno molta fatica nel trovare persone disposte a lavorare per loro.

Se vuoi raccontarci la tua esperienza, approfondire i temi dell’intervista o suggerirci in nuove conversazioni, scrivici a pausa.caffe@zetaservice.com

Puoi riguardare tutta la conversazione con Marcella Loporchio qui sotto. Buon caffè!