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21 luglio 2025 La Fiducia in azienda: cos'è e come si costruisce
Spunti di vista| Eleva

La Fiducia in azienda: cos'è e come si costruisce

Immagina un coro tutto al femminile che, per volere della leader, ripete a ogni spettacolo la stessa performance perché “quando facevamo queste canzoni vincevamo sempre”. A causa di questo comportamento, all’interno del team si percepisce una forte tensione, che si riflette all’esterno in performance noiose e poco coinvolgenti.

Questo coro è l’elemento centrale del film Pitch Perfect, nel quale la protagonista, Beca, ottiene la fiducia della leader solo quando la situazione diventa critica e le compagne cambiano la persona in cui riporre la loro fiducia.

È proprio questo uno dei temi principali affrontati dal film con ironia e leggerezza: la fiducia all’interno di un team e, più in generale, la fiducia in azienda.

Cos'è la fiducia in azienda: definizione e significato

Se chiedessimo a una platea di esperti “Cos’è la fiducia?”, le risposte sarebbero tutte diverse. Nel tentativo di racchiudere i contributi in una definizione semplice, possiamo affermare che la fiducia è un patto implicito, un elemento intangibile capace di pervadere relazioni, processi e sistemi aziendali, influenzandone profondamente la qualità.
Nel contesto della gestione delle risorse umane, la fiducia in azienda si sviluppa su più livelli e direzioni:

  • Fiducia Verticale: è ciò che lega datore di lavoro e dipendente. Fondamentale per la motivazione dei dipendenti, la delega e l'accettazione della leadership.
  • Fiducia Orizzontale: riguarda i rapporti tra pari e tra team interfunzionali. Favorisce la fiducia tra colleghi, la cooperazione e la condivisione.
  • Fiducia Trasversale: si manifesta tra reparti e funzioni diverse. Utile nei contesti complessi per superare i silos e costruire una cultura della fiducia.

Perché la fiducia sul lavoro è fondamentale per il benessere e la produttività

La fiducia è un asset strategico per le organizzazioni.” — Paul J. Zak

Secondo il neuroscienziato Paul J. Zak, le persone che lavorano in contesti ad alta fiducia:

  • sperimentano meno stress (-74%);
  • hanno più energia (+106%);
  • sono più produttive (+50%).
     

L’impatto della fiducia sulla performance in azienda

Costruire la fiducia all’interno dell’azienda non è un compito facile, ma ne vale la pena. 

Uno studio di Gallup evidenzia come i dipendenti con alti livelli di fiducia siano fino al 12% più produttivi rispetto a chi si sente poco supportato nel proprio ambiente di lavoro. 

La fiducia, però, agisce anche percorrendo vie indirette e riducendo gli ostacoli alla crescita della produttività.  

Un clima aziendale caratterizzato da una bassa fiducia e da azioni di controllo continue genera dei “costi nascosti”, ossia costi indiretti in grado di rallentare l’operatività quotidiana, come:

  • rallentamento dei processi decisionali;
  • aumento dei conflitti interni;
  • aumento nelle procedure burocratiche;
  • dispendio di tempo, energie e altre risorse nelle azioni di controllo e monitoraggio continue; 
  • aumento del turnover. 

Tutto questo si traduce in una minore produttività e in una riduzione della redditività aziendale. 

All’interno di un contesto lavorativo caratterizzato da un alto livello di fiducia, invece, i processi sono più snelli, la comunicazione più efficace e le persone più autonome. Altrettanto importante è la diminuzione del turnover con una conseguente riduzione dei costi legati ai processi di onboarding ed alla formazione. 

L’impatto sull’engagement e sul clima organizzativo

Secondo le ricerche di Paul J. Zak, la percezione di fiducia da parte dell’azienda porta a un aumento del 76% dell’engagement tra le persone.

Lavorare per un’organizzazione di cui ci si fida rende i collaboratori più propensi a essere leali e li motiva a dare il meglio di sé, perché sanno che:

  • le loro azioni hanno valore,
  • il loro contributo viene riconosciuto dai colleghi, dalle colleghe e dall’azienda stessa,
  • fanno parte di un contesto che favorisce la crescita individuale e collettiva.

Tutto questo alimenta un senso di soddisfazione e felicità nel proprio lavoro, contribuendo al successo del team e al raggiungimento degli obiettivi organizzativi.

Un chiaro esempio dell’impatto che la fiducia in azienda esercita sulle persone è rappresentato dalla Generazione Z.
Per i giovani appartenenti a questa generazione, i fattori determinanti nella scelta di restare in un’azienda includono:

  • l’opportunità di affrontare nuove sfide,
  • la felicità sul posto di lavoro,
  • la possibilità di lavorare in un contesto che ispira fiducia.

Questi elementi sono realizzabili solo all’interno di un ambiente che promuove una vera cultura della fiducia.

Ciò conferma quanto la fiducia rappresenti una leva strategica per migliorare l’employee retention, non solo per la Gen Z, ma per tutte le generazioni presenti in azienda.

Un ambiente fondato sulla fiducia diventa anche una potente fonte di motivazione dei dipendenti e di libertà professionale.

Sentirsi a proprio agio nei contesti aziendali favorisce:

  • lo sviluppo della motivazione intrinseca,
  • la creatività individuale e di team,
  • la spinta all’innovazione continua.

Più la fiducia è diffusa, più le idee sbocciano nelle conversazioni quotidiane, trasformandosi in veri e propri momenti di brainstorming condiviso, capaci di generare miglioramento costante.

Infine, un alto livello di fiducia in azienda ha effetti positivi anche sulla salute mentale.

Lavorare con persone che credono in te e nelle tue capacità consente di creare un ambiente caratterizzato da:

  • legami professionali più forti,
  • riconoscimento reciproco,
  • un clima sereno, collaborativo e psicologicamente sicuro.
     

I principali ostacoli alla fiducia in azienda

La fiducia è come l’ossigeno per le relazioni professionali: non la notiamo quando c’è, ma ci accorgiamo immediatamente quando manca.
Amy Edmondson

Quando la fiducia viene meno, genera costi tangibili per persone e aziende:

  • riduzione della collaborazione, in quantità e qualità;
  • tensioni emotive;
  • reticenza a esprimere il proprio pensiero;
  • e-mail con troppi destinatari in copia conoscenza;
  • riunioni segrete e informali nei corridoi.

Per evitare queste dinamiche, è essenziale riconoscere i tre principali ostacoli alla costruzione della fiducia in azienda:

1. Micromanagement e controllo eccessivo
 Deleghe parziali e controllo su ogni dettaglio comunicano un messaggio chiaro:
 “Non mi fido di te”.

Secondo il Cambridge Dictionary, il micromanager è “colui che cerca di controllare ogni aspetto, inclusi i minimi dettagli”.

Questo atteggiamento toglie autonomia e blocca elementi chiave per la crescita professionale:
problem solving, creatività, innovazione, passione ed entusiasmo.
Le persone si demotivano e si limitano a fare lo stretto necessario.

Anche l’organizzazione ne risente:

  • si riducono fiducia e collaborazione;
  • aumentano stress, ansia, frustrazione e insicurezza.

Il generale George S. Patton suggeriva ai leader:

“Dite loro cosa fare, e vi sorprenderanno con la loro inventiva.”

2. Mancanza di trasparenza
Chiamata anche coerenza o sincerità, la trasparenza è un pilastro della fiducia.

Quando le decisioni appaiono opache o vengono comunicate in modo tardivo e confuso, si genera incertezza. Questo mina la percezione di equità e spinge le persone a difendersi invece che collaborare.

Un esempio lo troviamo nel film Pitch Perfect:
la leader Aubrey, nel tentativo di vincere, non spiega le sue scelte, creando sfiducia e opposizione nel gruppo.

La trasparenza è essenziale per dimostrare onestà e responsabilità. Senza di essa, si sospetta l’esistenza di secondi fini.
È quindi necessario creare un ambiente in cui le informazioni siano chiare, accessibili e condivise, così da favorire un clima psicologicamente sicuro e collaborativo.

3. Comunicazione disfunzionale e cultura della colpa
La Blame Culture si fonda sulla ricerca del colpevole anziché sulla comprensione dell’errore.

Domande come “Chi è stato?” invece di “Cosa è successo?” portano a:

  • riduzione di innovazione, creatività, adattabilità e problem solving;
  • deresponsabilizzazione e rinvio delle decisioni;
  • rallentamenti operativi.

In questo clima, nessuno si sente alleato: ogni collega è visto come un potenziale accusatore.

I segnali concreti includono:

  • lamentele frequenti;
  • comunicazioni parziali e non trasparenti;
  • paura di condividere successi;
  • invidia tra pari.

L’opposto della Blame Culture è la Just Culture, basata su:

  • comunicazione aperta,
  • fiducia reciproca,
  • un approccio agli errori visto come occasione di apprendimento e crescita.

La fiducia come investimento sostenibile nel tempo

All’interno delle aziende, la fiducia non è un lusso né tanto meno un optional: è un asset strategico e necessario, una ricchezza costruita attraverso legami umani di qualità, in grado di generare valore nel lungo periodo. Questo “capitale della fiducia” non si può comprare né imporre dall’alto ma è frutto dei piccoli passi quotidiani fatti da ogni persona all’interno dell’azienda, prime tra tutte le figure manageriali. 

La fiducia è quindi un investimento in grado di: 

  • Favorire l’innovazione: percepire la fiducia degli altri permette alle persone di sentirsi libere di condividere le loro idee, sperimentare, sbagliare ed imparare, senza la paura del giudizio. Tutto questo favorisce lo sviluppo del pensiero creativo. 

Nel film “Pitch Perfect” questo vantaggio è ben visibile quando le ragazze escono per la prima volta dalla loro comfort zone cantando un mix di due canzoni pop contemporanee, lontane da ciò che cantavano in precedenza. 

  • Rende possibile la collaborazione autentica: la fiducia è il collante che permette di lavorare insieme, potersi fidare dei propri colleghi e delle proprie colleghe favorisce lo sviluppo di team coesi, in cui il dialogo aperto ed il confronto costruttivo sono all’ordine del giorno. 
  • Accelera la crescita sostenibile: quando le relazioni sono solide le decisioni vengono prese più rapidamente, gli atti di delega sono più frequenti, il livello di motivazione è alto e la retention aumenta. 

Strumenti e pratiche HR per favorire la fiducia sul lavoro

Nel campo della gestione delle risorse umane, esistono strumenti efficaci per promuovere fiducia e collaborazione:

Percorsi di formazione manageriale e soft skills

Formare manager e team leader ad una comunicazione autentica, all’ascolto attivo dei propri collaboratori e collaboratrici ed alla gestione empatica dei conflitti è fondamentale per promuovere un clima di fiducia. 

Le soft skills come l’intelligenza emotiva, la trasparenza e la responsabilità relazionale, invece, diventano competenze strategiche per tutta la popolazione aziendale in quanto permettono ad ognuno di svolgere le proprie mansioni ed offrire supporto per altre in modo più efficace.

Team building e coaching relazionale

Realizzare delle attività di team building ben progettate, indoor o outdoor, aiutano a creare delle connessioni autentiche, a rompere le barriere e a rafforzare la coesione, soprattutto all’interno dei team in cui le persone sono specializzate in alcune attività e non vi è un dialogo costante con gli altri membri. 

Allo stesso modo il coaching relazionale, individuale o di gruppo, accompagna i team nella costruzione di relazioni più consapevoli, sane e collaborative.

Valutazione del clima e ascolto organizzativo

Un ultimo strumento è l’analisi di clima che permette di monitorare il benessere interno e di rilevare segnali deboli di sfiducia, incomunicabilità o stress. È un potente strumento di ascolto organizzativo e può diventare il primo passo per attivare interventi mirati e costruire fiducia su basi reali, non presunte.

Grazie a questi strumenti è possibile trasformare la composizione di un team, rendendo tante tante singole voci che cantano note diverse una voce unica in grado di percorrere un’unica strada ed emettere in armonia un’unica nota. 

Da anni Zeta Service, attraverso servizi di analisi del clima organizzativo, consulenza e formazione, aiuta le aziende a costruire team coesi, ad alimentare una cultura della fiducia e a migliorare il benessere e la produttività sul lavoro.